mercoledì 21 ottobre 2020

Serenata

L'acqua gli è entrata tra felpa e pelle, inumidendo la tshirt grigia e donandogli un breve, ma intenso, brivido di freddo che lo costringe a scuotere il capo e riprendersi da quel senso di inadeguato torpore che gli ha impedito anche solo di muovere la mano che ancora tiene la bottiglia di birra.

Davanti ai suoi occhi il portone del palazzo dove ha vissuto due intensi anni sembra deriderlo. Non sa come, non sa in che modo, ma è convinto che lo stia fissando e che stia ridendo di lui. 
Fottuto portone.
È un attimo, la bottiglia impatta contro il legno laccato e si rompe in mille pezzi che si mescolano a birra, pioggia e piscio incastrati negli angoli. 

Lag?

È la finestra a sinistra, no, la seconda a destra. La cazzo di camera da letto. MaryAnne affacciata indossa solo una vestaglia rosa, magari è nuda, magari no.

È li con te lo stronzo?

Sbiascica e nemmeno se ne rende conto, scuote una mano e rischia di cadere all'indietro, rendendosi conto solo in quel momento di quanto abbia davvero bevuto. O quello, o il mondo si sta sciogliendo sotto i suoi piedi e nessuno se ne rende conto.

Di che.. oh
Me l'ha detto Johnatan che te la fai con un frocio del Queens, sai che dicono di quelli del Queens? Che hanno il cazzo piccolo e ch...
Fanculo. Non ce l'hanno piccolo e John si può fare i cazzi suoi.
Allora è vero! Mi fai le corna con un frocio del Queens.
Siamo divorziati!
Mi fotte poco! Puoi farti tutti, ma non quelli del Queens, o...o i Canadesi o quei fottuti stronzi di...

Qualcuno urla, si sentono voci di gente incazzata che chiede di abbassare la voce, qualcuno minaccia di chiamare la polizia e lui sta ancora creando la lista di quelli a cui MaryAnne non può dare confidenza quando lei apre la porta, più per non dover urlare che per altro.

E i messicani, perché potrebbero essere tuoi parenti, e..e quelli sopra i trentotto, quelli sotto i trenta. Quelli biondi..che a te fanno schifo quelli chiari
Lag..
Anche i Pakistani, fanculo, non ti permetto di farti scopare da un cazzo di pakistano!
Lag, se continui così non potrò fare sesso con nessuno. È una lista infinita, tu sei ubriaco.
Sei una stronza.
Lo so, ma tu lo sei di più 

Sarà che è ubriaco, sarà che è fradicio, oppure solo il fatto che lei è li, davanti a lui, in vestaglia, con i capelli sciolti e il viso stanco. Sarà che si sono urlati di tutto la mattina stessa in tribunale, cattiverie senza fine, tanto da arrivare alle mani e lui ha ancora i segni di tre graffi sulla guancia sinistra, sarà, ma si ritrova a baciarla, stringerla a se, in quella guerra che lo fa ritrovare con la guancia arrossata e il mondo che gira, dopo che un cazzotto ben piantato lo fa indietreggiare, dopo una ginocchiata che fortunatamente colpisce solo la coscia.

un fottuto stronzo!
Lo so
Non sono più tua moglie!
Lo so!

E il bacio di lei sembra una carezza, sente le mani stringere la felpa, tirarlo a lei, in un contatto desiderato. Inciampano sulle scale e per poco dimenticano la porta di casa aperta. Il letto è sempre lo stesso.

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Il giorno dopo si sveglia con l'emicrania peggiore della sua vita, il respiro corto e il telefono che squilla intensamente. Lei accanto a lui lo intima di rispondere e lui tarda finché il telefono non smette e il silenzio torna a regnare nella stanza.

Mmh. I bambini avranno sentito?
Hai urlato.
Tu mi hai fatto urlare.
Perché sono bravo..
Perché sei un fottuto coglione, dovrò spiegare a Tom perché hai dormito qui.
Non penso che gli dispiaccia, lo porto al parco con Hector, tu ti prendi una mattinata libera, che ne dici?
Quando attacchi?
Alle cinque.
È un modo per ingraziarmi nella speranza che non mi accorga del tuo ritardo con gli alimenti?
Perché non te li fai pagare dal coglione del Queens?
Vaffanculo!
No tu vaffanculo!  Devo fare due lavori per darti questi dannati soldi, mi spezzo la schiena e che ricevo in cambio?
Se non spendessi tutto quello che ti resta al pub sarebbe diverso!
Ti ho conosciuta in quel fottuto pub!
Cazzo c'entra?
È una roba tipo..sentimentale

La discussione viene interrotta dal telefono che riprende a squillare insistentemente, si alza dal letto e lo recupera da terra. La testa gira mentre esce dalla stanza attraversando il corridoio diretto al salotto. Inciampa su dei giocattoli e bestemmia a voce bassa mentre risponde.

Pront..
Lag! Fottuto idiota, ti chiamo da ore.
Johnatan cazzo vuoi?
Sono venuti dei tizi al cantiere, cercavano gente

MaryAnne lo segue in silenzio, accende la tv per poi infilarsi dietro il bancone della cucina iniziando a preparare la colazione, lui, con la testa che ancora urla di dolore si butta sul divano, guardando le immagini che attraversano lo schermo in rapida successione. Vede persone malate, uomini armati, furgoni carichi di razioni e capisce che è un servizio del telegiornale dedicato al caos dì Detroit. Terroristi del cazzo, se ne convince mentre guarda l'inviato che parla ai telespettatori da dietro una mascherina.

..quindi quando hanno detto che gli serviva gente che aveva bisogno di soldi ho fatto il tuo nome.
Cosa?

Si è distratto quel che basta per perdersi il cacchiericcio dell'amico al telefono, si schiarisce la voce e cerca di concentrarsi, distogliendo lo sguardo dalla tv e dalle immagini raccapriccianti.

Beh, ti lamenti sempre che non hai soldi per mantenere Mary, quindi ho pensato che fare il tuo nome fosse ok. Oggi quando vieni a lavoro te li trovi. Infondo si tratta solo di alzare un muro, roba semplice
Ah..quanto hai detto che danno?
Cinquemila al mese, perché è tipo una roba di sovvenzione e cazzate simili, si stanno ammazzando per questo lavoro, ma a quanto pare la richiesta di persone non manca. Si tratta di tre mesi di lavoro, soldi facili e solo un po' di schiena rotta.
Ok, ci sto.
Ottimo, confermo la tua allora, ci vediamo stasera?
Ahn ahn.
Ma poi ieri sera cazzo è succ..

Spegne il telefono mentre l'amico sta ancora parlando, gli occhi sullo schermo del televisore che mostra il progetto per il muro, una protezione per chiudere dentro al perimetro la grande epidemia ed impedire che ne esca, per salvare l'America e rendere la zona quello che è già, un enorme cimitero.

Fuck..
Che voleva?
Mh? Nulla, un lavoro.
Il caffè è pronto.

Ha ancora lo sguardo sul progetto del muro mentre un bambino di cinque anni entra in camera e si lancia su di lui, abbracciandolo. Del muro se ne dimentica completamente, gli tornerà alla mente solo molto più tardi, quando durante il veloce colloquio gli spiegheranno in maniera pomposa il grande lavoro che dovrà fare, un lavoro che contribuirà alla salvezza della sua nazione, un lavoro da eroe.
Il becchino, praticamente.
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